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Dove vanno i vecchi dèi che il mondo ignora?

Where do the old ignored gods go?

“Un viaggio ipnotico nel tempo e nella materia dell’Etna”   •   “A hypnotic journey through the time and matter of Etna”
(TFF)

Nel 1835 uno scrittore francese tenta la scalata dell’Etna con un gruppo di uomini, due muli e una bottiglia di rum. Attraversiamo le tre regioni del vulcano: la regione inferiore, la regione del fuoco, la regione deserta. Ognuna di esse porta con sé tracce enigmatiche di miti ignoti. Nuovi potenti occhi interrogano il vulcano, ne osservano ogni movimento, bramano di penetrare i suoi segreti, e si trovano di fronte agli strati più remoti della materia, alle profondità dello sguardo tecnologico.

In 1835 a French writer attempts the ascent of Mount Etna with a group of men, two mules, and a bottle of rum. Crossing the three areas of the volcano – the lower region, the fire region, and the desert region – they discover the enigmatic traces of unknown myths. New powerful eyes question the volcano, observe its every movement, and yearn to penetrate its secrets, and are faced with the most remote layers of matter and the depths of the technological gaze.

Un film di Giuseppe Spina e Giulia Mazzone

Italia, 2022, 67 min
Lingua: francese, inglese // Sottotitoli: italiano, inglese

NOMADICA.EU

Voci: Roger Deutsch e Christian Kühne
Con Mauro Mazzone
Editing e disegno sonoro: Giuseppe Spina
Audio in presa diretta: Giulia Mazzone
Riprese: Giuseppe Spina, Giulia Mazzone, Federico Epifanio, Naomi Morello,
Stefano Pannucci, Giuseppe Vaiuso

Con la collaborazione di Marco Viccaro
(Università degli Studi di Catania – Dip. di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali)
Tecnico SEM – Scanning Electron Microscope: Alfio Viola
(Università degli Studi di Catania – Dip. di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali)
Traduzioni sonore sismogrammi: Lapo Boschi
(presso l’Institut des Sciences de la Terre – Paris)

Sound mix:
Duccio Servi
Traduzioni e sottotitoli: Stefano Miraglia, Naomi Morello, Rosalba Nodari, Zoe Meyer
Laboratorio di finalizzazione: KoreLab

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Università degli Studi di Catania – Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali; Ente Parco dell’Etna; AIV – Associazione Italiana di Vulcanologia; Comuni di Belpasso e Nicolosi

Torino Film Festival 2022
27, 28, 29 Novembre

Millennium Film Workshop
3 Marzo, Brooklyn, NY

Memorie del fuoco
a cura di Catania Film Fest + ZO Centro Culture Contemporanee
20 Aprile, dalle h 17.30, Catania

71° Trento Film Festival
2 maggio, h 21.15

Cineteca di Bologna
12 Maggio, h 18.00

40° Asolo Art Film Festival
14/18 giugno, Asolo – Treviso

INDEPENDENT FILM SHOW 23nd Edition
15/17 Giugno – Fondazione Morra – Museo Nitsch, Napoli
a seguire “Volcano” di Peter Gidal, 2003, proiezione in 16mm

V Fronteira
International Documentary and Experimental Film Festival
Cine Brasília, August 29 to September 3, Brasil

Lecce Film Fest (LFF)
5 /9 settembre, Cineclub Fiori di Fuoco

RAAA – Performing Arts Festival
10 settembre, Cinema Nuovo Eden, Brescia

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Sottotitoli in italiano

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English subtitles

L’Etna è una zona di metamorfosi la cui potenza stratifica ogni cosa. È un luogo carico di immaginari mitici che seguitano a sopravvivere sotto forme incessantemente differenti. È un grande organismo in cui la materia attraversa la materia, impedendo l’assolutizzazione e l’affermarsi di ogni tipo di identità.

Abbiamo deciso di seguire due linee direttrici. Entrambe convivono nel film incontrandosi e annullandosi, vicendevolmente. Da una parte un’esperienza fisica, il tentativo dell’ascesa, lungo la sua pelle, la sua superficie, fino ai crateri sommitali. Dall’altra una discesa, il tentativo di penetrare i segreti della materia, sprofondando dentro il suo corpo, interrogando il vulcano attraverso uno sguardo tecnologico.

Il film è diviso in tre parti: “la regione inferiore” in cui corpi titanici sovrumani, come Ciclopi contemporanei, strappano e tagliano massi vulcanici; “la regione del fuoco” dove divinità vagano condannate tra l’interno e l’esterno della Terra, tra le ombre e il fuoco; “la regione deserta” in cui il film si stacca dall’occhio umano per andare nell’ultra-visibile: dentro la cenere, tra i cristalli dentro la roccia, fino al punto estremo: “overhead the sky, underfoot hell”.

Ci ritroviamo di fronte a spazi enigmatici, dove tutto ha a che fare con forze archetipiche e mitiche, sovrumane, attraverso nuovi e antichi rapporti simbolici. Il nostro sguardo è sempre attaccato alla materia del vulcano e il disegno sonoro è interamente composto da frequenze generate da vibrazioni di rocce basaltiche, traduzioni di sismogrammi, presa diretta di attività intracraterica così come di attività eruttive.

La letteratura riguardante l’Etna è sterminata, le prime tracce scritte risalgono al VII sec. a.C. Poeti, filosofi, scienziati, scrittori, artisti, viaggiatori di ogni tipo, hanno interrogato il vulcano, spesso incrociando le loro esperienze. È quello che abbiamo tentato di fare anche noi. Il film è diario, saggio, documento e messa in scena di documenti, finzione. Anch’esso è stratificato nella scrittura così come nei formati di ripresa utilizzati. Abbiamo una concezione sincretica del cinema e del mondo. Il tempo e i suoi oggetti non sono segnati dalle lancette che scorrono, dalle mode, dalle ideologie o dalle economie che dominano.

I vecchi dèi del titolo sono gli dei primordiali, quelli che incarnavano gli aspetti e gli elementi della Terra (in opposizione a Zeus e agli Olimpici che manifestavano il loro potere sulle cose, la loro prepotenza e la tirannia). Sono gli dèi rivoluzionari il cui sforzo è sovraumano e infinito, crea e sostiene la Terra.

Nei “Dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese, Calipso parla a Odisseo:
Ti sei mai chiesto dove vanno i vecchi dèi che il mondo ignora? Perché sprofondano nel tempo, come le pietre nella terra, loro che pure sono eterni?

Etna is a metamorphic area whose power stratifies everything. Loaded with millenary literature and mythical images that keep existing in incessantly different shapes, the volcano is a majestic organism in which matter passes through matter, preventing the absolutization and affirmation of any form of identity.

We decided to follow two guidelines; both coexist in the film, crossing and canceling each other out. On the one hand, a physical experience: the tentative ascent to the volcano, a challenging journey on foot, along its surface – its skin – up to the highest peak where the great summit craters are located. On the other hand, a voyage that attempts to penetrate the secrets of matter itself by sinking inside the body of the volcano and examining it through science and technological gaze, within the invisible and outside the human eye.

The film is divided into three parts. “The lower region,” in which superhuman titanic bodies – contemporary Cyclopes – tear and cut volcanic boulders; “the region of fire,” where condemned deities wander among the Earth’s interior and exterior, between shadows and fire; “the deserted region” in which the film detaches itself from the human eye to reach the ultra-visible: inside the ashes and the crystals, up to the extreme point: “overhead the sky, underfoot hell.”

We find ourselves in front of enigmatic spaces where everything has to do with archetypal, mythological, and superhuman forces through contemporary and ancient symbolic relations. The image is always glued to the matter of the volcano, and the sound design mixes frequencies generated by seismograms and vibrations of basaltic rocks.

There is endless literature about Mount Etna, with the earliest written traces dating back to the 7th century BC. Poets, philosophers, scientists, writers, artists, and travelers have interrogated the volcano, often crossing their experiences. We have attempted to do this as well. The film is a diary, an essay, a document, a set-up of documents, and fiction – all layered through writing and different shooting formats. Our vision of cinema and the world is syncretic; time and its objects are not marked by the ticking hands of a clock, trends, ideologies, or economies. Everything is there, it has its dimension, its frequencies, which in many cases are unknown.

The “old gods” mentioned in the title are the primordial gods that embodied the aspects and elements of the Earth (as opposed to Zeus and the Olympians, who manifested their power over things with arrogance and tyranny). They are the revolutionary gods whose effort is superhuman and infinite because it creates and sustains the Earth.

In Cesare Pavese’s “Dialogues with Leucò” Calypso speaks to Odysseus:

Have you ever asked yourself where the old gods go, the gods the world has forgotten? Why do they sink deep into time, like stones in the ground, despite being eternal?