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Giovedì 21 aprile 2022
17:30
Spazio Contemporanea
screenings

ROUGH

a cura di ৺ ෴ ර ∇ ❃ ﹌﹌ e Beatrice Gibson

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

(con la presenza di Nao)

 

Il filo comune dei film selezionati risiede nella trappola del sistema capitalista e la ricerca di pratiche alternative per sfuggirgli, analizzarlo e comprenderlo, mentre si è costretti a vivere e morire in esso. L’avidità dell’essere umano ha distrutto e sfruttato l’ambiente, creando un’economia che porta benefici e ricchezza ad una piccola percentuale della popolazione, mentre al contempo cerca di convincere la maggioranza che il benessere è raggiungibile attraverso pratiche come il “cripto-capitalismo”. Queste illusioni confuse distaccano le persone dal concetto stesso di collettività e dal suo potere, portando a un senso diffuso di isolamento e di oblio, anche quando ci si ritrova a vivere e respirare in spazi comunitari. Una connessione con la natura mentre si vive negli spazi urbani è ricercata attraverso pratiche come l’erbalismo, per ottenere scambio, sussistenza e relazione con quelle leggi universali che trascendono la società contemporanea. In conclusione, non si vince mai, ma cerchiamo in ogni modo di fare qualche punto.
The common thread of the selected films is the pitfall of the capitalist system and the search for alternative ways to escape, analyze, and understand it while being forced to live and die in it. The greed of human beings has destroyed and exploited the environment, creating an economy that benefits a small percentage of the population while trying to convince the majority that welfare is achievable through practices such as “crypto-capitalism.” Such confusing illusions detach people from the concept of collectivity and its power, leading to a widespread sense of isolation and oblivion, even when living and breathing in community spaces. A connection to nature while living in urban spaces is sought after through practices such as herbalism, achieving exchange, subsistence, and relation to universal laws that transcend contemporary society. In conclusion, it is nearly impossible to win; however, we try to score points in all the ways we can.

THE CANYON

Zachary Epcar, USA, 2021, 16mm & HD, HD, 15 min. (sott. ita)
Un ritratto dello sviluppo residenziale urbano mentre scivola nell’oblio.
“In un luogo dove tutto sembra accadere in superficie, questo film ci porta nella profondità delle infrastrutture del desiderio su cui è costruito il nostro presente. È qui che umani e oggetti coesistono in un inquietante stato di interdipendenza, toccandosi, penetrandosi e animandosi a vicenda. Dove il possesso è solo un altro nome per definire la perdita di cui facciamo esperienza, per il vuoto che ci lasciamo dietro quando andiamo avanti”. (Katrin Mundt, giuria 25 FPS)
A portrait of the urban residential development as it slips into oblivion.
“In a place where everything seems to happen on the surface, this film takes us deep into the infrastructures of desire on which our present moment is built. This is where humans and objects coexist in an uncanny state of interdependence, touching, penetrating and animating each other. Where possession is just another name for the loss we experience, for the void we leave behind when we move on.” (Katrin Mundt, 25 FPS jury)

URANIUM HEX

Sandra Lahire, UK, 1987, 16mm, HD, 11 min.

 

“Quando l’ossido di uranio, di colore giallo brillante, lascia il mulino di frantumazione per essere raffinato in esagono di uranio, le scorie vengono sparate fuori attraverso dei tubi, andando spesso a finire nell’acqua potabile delle riserve dei nativi canadesi, mutando l’unico pool genetico… queste sono le condizioni alla base della nostra elettricità che viene generata dai reattori nucleari.” (Sandra Lahire)
Uranium Hex di SANDRA LAHIRE tratta dell’estrazione dell’uranio in Canada, concentrandosi in particolare sul lavoro delle donne e sulla distruzione dell’ambiente; il film usa una serie caleidoscopica di tecniche sperimentali come la sovrapposizione, la ri-filmatura, i cambiamenti di velocità, il ritmo, e un’elaborata stratificazione di suoni dove la registrazione ‘atmos’ si mescola con voci e musica. Le immagini che cambiano costantemente forniscono istanze con qualità estremamente cinematografiche: l’immagine di un uomo che scava l’uranio è sovrapposta alla schiena di una donna, mentre si sentono suoni di macchinari e una voce femminile che parla, “…era come essere sotto una macchina a raggi X, giorno e notte”. Il film propone una serie di istanze visive che operano su diversi livelli senza mai fondersi insieme, gli strati di immagini e suoni sono dirompenti, rompono la superficie, dando al pezzo una complessità testuale. “Nessuno è autorizzato a filmare l’interno del mulino di frantumazione, ma sto lavorando sulla stampa a colori acidi e sulle tecniche di performance video, trattando voci e campi di suoni industriali, oltre a far emergere nella composizione il discorso locale.” L’immagine ricorrente della cineasta (che guarda nell’inquadratura come se illuminata dalla luce della sua lampada frontale) testimonia le immagini dei pozzi di miniera, i segni di perforazione, le radiografie dei toraci affetti da cancro ai polmoni, confrontando lo sguardo dello spettatore e la sua percezione di queste immagini. Gli interrogativi sul piacere visivo di questo collage estetico, sulla bellezza delle immagini, sono endemiche in qualsiasi valutazione del suo obiettivo politico. Ciò che è certo è che il controllo aggressivo e l’indirizzo soggettivo creano una tensione autoriflessiva, coinvolgendo e disturbando lo spettatore.” (Michael Maziere, Independent Media, marzo 1988)
Uranium Hex di Lahire è in forma libera – un crepitio pointillistico di immagini da contatore Geiger che impiega una serie di tecniche sperimentali per trovare un’immagine per la radioattività che scivola invisibile nell’aria.” (Steven Bode)
“Il film è caratterizzato da uno stile di montaggio denso e compatto, con ogni secondo che trasmette informazioni in immagini e suoni; il personale non è altro che politico.” (Piccadilly Film/Video Festival, giugno 1988)

 

“When bright yellow uranium oxide leaves the crushing mill to be refined to uranium hex, the waste is shot out through pipes, often into the drinking water of native Canadians’ reservations, mutating the only gene pool…these are the conditions underlying our electricity from nuclear reactors.” (Sandra Lahire)
Uranium Hex by SANDRA LAHIRE deals with uranium mining in Canada focussing particularly on the woman’s work and the destruction of the environment; the film uses a kaleidoscopic array of experimental techniques such as superimposition, re-filming, changes of speed, pace and an elaborate layering of sounds where ‘atmos’ recording mixes with voices, music. The constantly shifting images provide instances with extremely filmic qualities: the image of a man digging out uranium is superimposed over a woman’s back while brash sounds of machinery are heard and a woman speaks, “…it was like being under an X-ray machine day and night”. The film proposes a number of visual instances operating on different levels but never gelling together, the layers of images and sounds are disruptive, breaking up the surface, giving the piece a textural complexity. No-one is allowed to film the inside of the crushing mill, but I am working on acid-coloured printing and video performance techniques, treating voices and fields of industrial sounds as well as making local speech come to the foreground of the composition.The recurring image of the film-maker (looking into the frame as if by the light of her headlamp) gives testimony to the images of mine shafts, drilling marks, X-rays of chests with lung cancer, confronting the viewer’s own look, his/her perception of these images. Questions around the visual pleasure of this aesthetic collage, as to the beauty of the images are endemic in any appraisal of its political aim. What is certain is that the aggressive control and the subjective address create a self-reflective tension, engaging and disturbing the viewer.(Michael Maziere, Independent Media, March 1988)
“Lahire’s Uranium Hex is free-form – a pointillistic Geiger-counter crackle of visuals that deploys a number of experimental techniques to find an image for the radioactivity that slips unseen into the air.” (Steven Bode)
The film is characterised by a dense and compact editing style with every second conveying information in image and sound; the personal is nothing but political.” (Piccadilly Film/Video Festival, June 1988)

ALTERNATIVE ECONOMIES

Rehana Maman, UK, 2021, 16mm, HD, 28 min. (sott. ita)
Alternative Economies è stato realizzato in conversazione con l’erborista Rasheeqa Ahmad e la regolatrice dei servizi finanziari Rachel Bardiger. Il film discute delle gesta imperialiste del personaggio Disney Paperon De Paperoni, e le promesse apparentemente radicali ma profondamente compromesse delle criptovalute. Tra questi due filoni, si ricercano possibilità per una rete alternativa di scambio e sussistenza.
Alternative Economies was made in conversation with herbalist Rasheeqa Ahmad and financial services regulator Rachel Bardiger. The film discusses the imperialist exploits of the Disney character Scrooge McDuck, and the apparently radical yet deeply compromised promises of crypto­currency. Between these two strands, possibilities for an alternative network of exchange and subsistence are sought.

MACHINALIVE Program 

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