Skip to main content
Domenica 24 aprile 2022
16:00
Spazio Contemporanea
screenings / 16mm

SELECTA 6

a cura di Giulia Mazzone, Riccardo Re, Giuseppe Spina

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

COLLAPSING MIES

Claudia Larcher, Austria, 2020, 2K, 7 min.
Sound: Alexander J. Eberhard
L’architetto tedesco naturalizzato americano Mies van der Rohe è da considerarsi uno fra I più importanti rappresentanti del modernismo classico. Le sue strutture audaci di vetro acciaio come la “neue nationalgalerie” a Berlino hanno cambiato in modo decisivo il mondo dell’architettura. L’artista Claudia Larcher nel suo “Collapsing Mies” anima le fotografia delle opere di questo grande architetto. Strutture verticali a griglia e telai su sfondo nero si compenetrano lentamente sotto I nostri occhi. La tavolozza a cui attinge e le forme sono estremamente ridotte, gli accenti visivi grigio, blu e marrone provengono dal marmo. Le immagini, man mano che crescono, collidono su uno stesso asse verticale. La colonna sonora elettronica e minimalista di Alexander J. Eberhard si fonde sempre più con le immagini. In un gioco paradossale di forme, le foto architettoniche si sovrappongono più e più volte. Tutto ciò rende impossibile distinguere gli edifici concreti dagli oggetti, eppure risalta il linguaggio formale del minimalismo costruttivista di van der Rohe. Larcher usa inquadrature di facciate così come di interni, pertanto crollano le distinzioni fra interno ed esterno. Anche il confine fra spazio bidimensionale e tridimensionale viene meno. Infatti le fotografie bidimensionali degli oggetti tridimensionali sono tradotti virtualmente su uno spazio tridimensionale artificiale, oltre a essere poste l’una sull’altra. In questo modo l’artista ritaglia una struttura spaziale complessa e pluriprospettica, parimenti crea un movimento astratto e minimalista. Il sogno modernista fatto di efficienza, trasparenza ed eleganza di Mies van der Rohe è reso magnificamente grazie a questa animazione compressa al computer. La sua estetica razionalista è meravigliosamente rappresentata dalla distillazione e dall’astrazione proprie di Larcher. Con questa riflessione profondamente estetica sulla storia dell’architettura, Larcher realizza un’opera sperimentale di particolare bellezza che poggia sulla logica costruttivista e sul rigore formale.
The German American architect Mies van der Rohe numbers among the most important representatives of classical modernism. His bold structures of glass and steel such as The New Gallery in Berlin have permanently changed the world of architecture.
Artist Claudia Larcher animates photographs of works by the influential architect in her “Collapsing Mies”. Vertical grid and frame structures in front of a black ground slowly but steadily slide into view. The palette of colors and forms is extremely reduced, visual accents provided by grey, blue and brown marble. The images steadily turn on a central vertical axis as they perpetually grow in number. A minimalistic electronic soundtrack by Alexander J. Eberhard increasingly telescopes in perfect synchronicity with the images. In a paradoxical play of forms the architectural photos are superimposed multiple times. While this makes it impossible to distinguish concrete buildings and objects, the formal language of van der Rohe’s constructivist minimalism is clearly on display. Larcher uses shots of facades as well as interiors, collapsing distinctions between inside and outside.
The boundary between two- and three-dimensional space is also broken down. Two dimensional photographs of three-dimensional objects are virtually re-translated in an artificial 3-D space, as well as being layered in and atop one another. In this way, the artist renders a complex, multi-perspectival spatial structure while at the same time creating a minimalist abstract motion.
Mies van der Rohe’s modernist dream of efficiency, transparency, and elegance is made manifest in this acutely compressed computer animation. His rationalistic aesthetic is wonderfully elucidated by way of Larcher’s distillation and abstraction. With this highly aesthetic reflection upon architectural history, Larcher generates an experimental artwork of particular beauty resting on constructive logic and formal rigor.
(Text by Norbert Pfaffenbichler / Translation: Eve Heller)

SILESILENCE

Jacques Perconte, Holland, 2022, 2k scope, 15 min. (sott. ita)
Musica originale: Julien Desprez
La finestra di un appartamento a Rotterdam ci introduce alla periferia di un porto industriale, una macchina fragorosa e divoratrice che sputa fiamme. Di fronte a questo spettacolo infernale e macchinico, l’orizzonte sembra negato. Le acciaierie trasformano il materiale in fumo e le navi si scontrano contro vento e maree. Sopra tutto il metallo e gli edifici che squarciano il cielo: il silenzio e il volo degli uccelli sembrano solo un’ipotesi.
On March 28, 2020, the Governor of Tokyo told us to, “Refrain from going out unnecessarily”, and I had to cancel a scheduled shoot. The next day, snow fell unseasonably and within a few days there was no trace of it. Two years ago, my mother went into a deep slumber and has not yet woken up from her dreams. The Chinese man across the street is dreaming and shouting again tonight. My apartment became the center of my universe and I fought more with my girlfriend who lives with me. I rolled my camera and listened to the sounds around me. I heard the words that came from the faraway you and the nearby you. What is it that you said?.

THORAX

Siegfried Fruhauf, Austria, 2019, Mini DV > HD, 8 min.
Durante la realizzazione di “Thorax” avevo in mente il classico di Marcel Duchamp “Anemic Cinema”. Questo film d’avanguardia del 1926 è un intricato capolavoro dadaista, ma il titolo ci suggerisce qualcosa. Il “cinema anemico” fa riferimento direttamente alla macchina, l’apparato tecnico che si cela dietro lo spazio cinematografico dell’illusione. Presentando agli spettatori un’immagine puramente astratta, l’organismo umano è stato completamente estirpato dallo schermo. “Thorax” restituisce l’organismo alla dimensione della proiezione. Ma il suo corpo non ha più connotati umanoidi convenzionali. L’anatomia si tramuta in un rivestimento puramente cinematografico, che circonda, come in una lanterna magica, un cuore palpitante scoperto.
During the production of “Thorax” I had the historical work “Anemic Cinema” by Marcel Duchamp in mind. This avant-garde film classic from 1926 is an intricated dadaistic masterpiece, but the title seems to specify something. The “anemic cinema” refers directly to the machine, the bloodless apparatus behind the cinematic space of illusion. By presenting the viewers a purely abstract image, the human organism was completely removed from the screen. “Thorax” brings the organism back into projection. But its body no longer carries conventional humanoid features. The anatomy is converted to a purely cinematographic phenomenon, which surrounds, as a play of light, an uncovered throbbing heart.

EL OCEANO ANALOGO

Luis Macias, México-Spain, 2021, 16mm, 9 min.
con la presenza dell’artista
“Attraversare l’oceano è l’unico modo per arrivare al Monte Analogo. In ogni onda, che si infrange in ognuno dei colori primari, si apre la porta a una percezione nuova… Quella di un oceano profondo, oscuro, a cui accedere è difficile tanto quanto scalare la più alta delle montagne. Fino alla vetta da cui è possibile scorgere il sesto sole.”
Il primo della serie di cortometraggi che compone il progetto Sixth Sun, dal mito preispanico del Sesto Sole. Questo capitolo è ispirato a “Mount Analogue” di René Daumal.
“The ocean is the only crossing to arrive to the Mount Analogue . Through each wave, which breaks into each of the primary colors, a gateway opens to a new perception… That of an ocean as deep, dark, and as difficult to access as the climb to the highest mountain. To the top where the sixth sun can be perceived.”
First piece of the short film series for the Sixth Sun project. Inspired by the pre-hispanic myth of the Sixth Sun. This chapter is inspired by the René Daumal book “Mount Analogue”.

“VS”

Lydia Nsiah, 2021, Austria, HD/16mm, HD, 8 min.
“vs” (o spirale virtuale) affronta la dinamica tra tempo e corpo nel film. In digitale e sull’inattendibile 16mm il processo del tempo e del corpo (della pellicola) è trasformato visivamente dai movimenti spiraliformi delle telecamera. Qui movimenti opposti, distanza e prossimità o profondità e superficie entrano in dialogo fra loro. La spirale attraversa il film come una maglia. Per creare l’effetto a spirale l’artista Lydia Nsiah ha inventato una macchina per lo spostamento della camera e ha girato in studio, azionando i movimenti della telecamera durante le riprese.
Sullo schermo vediamo materiale found footage preso da centri di elaborazione dati, riprese concrete dell’ubiqua nuvola di etichette in cui viviamo. L’artista Hui Ye ha elaborato il soundscape immersivo del film cercando di interagire con le immagini ipnotiche della nuvola di dati.
“vs” (or virtual spiral) deals with the dynamics between time and body in film. On digital video and non-reliable 16mm-film the processual of time and (film) body is visually transformed by spiraling camera movements. Here, contrary movements, distance and proximity or depth and surface enter into a dialogue with each other. The spiral runs like a thread through the film vs. For creating the spiraling effect the artist Lydia Nsiah invented a camera tracking machine and shot in-studio, operating the movements of the camera live while recording.
On screen we see Found Footage of data centers/ recordings of the physical bodies of our omnipresent data cloud. Artist Hui Ye composed the film’s immersive sound space interacting with the hypnotic and spiraling data body images.

MACHINALIVE Program 

MACHINALIVE Program 

MACHINALIVE Program 

MACHINALIVE Program 

MACHINALIVE Program 

MACHINALIVE Program 

MACHINALIVE Program 

MACHINALIVE Program