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UNA (POSIBLE) VUELTA AL MUNDO EN SUPER 8
Elena Duque e Ángel Rueda
Cinema sperimentale in Super 8. Un manuale di istruzioni

2021, 36min, eng & esp (sub ita & eng)


(S8) Mostra de Cinema Periférico è un evento dedicato al cinema sperimentale (in particolare in formato analogico) che si tiene a A Coruña dal 2010.
Il nome, (S8), è un omaggio allo spirito di quello che è il nostro formato preferito, il Super 8. Il formato cinematografico più piccolo del mondo, nato con una vocazione domestica per via della sua portabilità e convenienza, ma diventato poi uno strumento eccezionale per la sperimentazione. La creatività, il desiderio di esplorare le possibilità del cinema e lo spirito punk del do it yourself (fondamento del cinema sperimentale) spinsero vari cineasti a farne la loro bandiera.
Con questo video-saggio, in cui coinvolgiamo alcuni dei cineasti che ci sono venuti a trovare in questi anni, parleremo delle possibilità peculiari del Super 8 in ambito cinematografico.
La sua accessibilità ha reso possibile la nascita di una scena cinematografica esplosiva: quella argentina, che conosceremo attraverso il lavoro di uno dei suoi esponenti più brillanti, Claudio Caldini, che ha sovvertito al massimo gli usi e le possibilità del formato.

La sua leggerezza permise a cineasti come Saul Levine di trasformarlo nella penna stilografica di un diario filmato e di sfruttare i suoi presunti difetti per trasformarli in potenti tratti espressivi.
La versione giapponese del Super 8, il Single 8, permise ad artisti come Teruo Koike di realizzare un minuzioso lavoro fotogramma per fotogramma e di includere nel gioco anche la fotografia fissa.
La tedesca Helga Fanderl sfrutta la durata limitata delle cartucce per concentrarsi su soggetti minimi, grazie alla spontaneità, all’istinto e all’affezione per la macchina da presa: ogni cartuccia è un’unità con cui Fanderl costruisce dei programmi per ogni proiezione.
E infine, il brasiliano Marcos Bertoni sfruttò il declino del formato e, quando si trasformò in scarto, fondò il suo personale Dogma 2002, basato sul lavoro con il found footage e il riuso spregiudicato.
Questo breve manuale di istruzioni disegna così le qualità non-trasferibili del cinema sperimentale fatto in Super 8.
Experimental Cinema in Super 8. An Instruction Manual

2021, 36min, eng & esp (sub ita & eng)


(S8) Mostra de Cinema Periférico is an event dedicated to experimental cinema (especially in analog format) that has been held in A Coruña since 2010.
Our name, (S8), is a tribute to the spirit of our favorite format, Super 8. The smallest film format in the world, Super 8 originally found its vocation in the domestic sphere thanks to its portability and economy. It has however also become an exceptional tool for experimentation. Creativity, the desire to explore the possibilities of film, and the punk spirit of the DIY ethic (the founding of experimental cinema) drove a number of filmmakers to make it their flagship practice.
Through this video essay, in which we invite some of the filmmakers who have visited us over the years, we will talk about the unique possibilities of Super 8 in cinema.
Its accessibility allowed the birth of an explosive film scene in Argentina, which we will discover through the work of one of its most brilliant exponents, Claudio Caldini, who subverted the uses and possibilities of the format to the maximum.

Its lightness allowed filmmakers such as Saul Levine to turn it into the stylistic pen of a filmed diary, and also to take advantage of its supposed flaws and turn them into powerful expressive features.
The Japanese version of Super 8, the Single 8, allowed artists like Teruo Koike to carry out meticulous frame-by-frame work, also incorporating still photography into the game.
German filmmaker Helga Fanderl takes advantage of the limited duration of the cartridges to concentrate on minimal motifs thanks to her spontaneity, instinct and attachment to the camera; each cartridge is a unit with which Fanderl builds programs for each projection.
And finally, the Brazilian Marcos Bertoni took advantage of the decline of the format and, when it became waste, he founded his personal Dogma 2002 based on working with found footage and unprejudiced exploitation.
This brief instruction manual thus outlines the non-transferable qualities of experimental cinema made in Super 8.
Cine experimental en Super 8. Un manual de instrucciones

2021, 36min, eng & esp (sub ita & eng)


(S8) Mostra de Cinema Periférico es un evento dedicado al cine experimental (en especial en formato analógico) que se celebra en A Coruña desde el año 2010.
Nuestro nombre, (S8), es un homenaje al espíritu de nuestro formato favorito, el Super 8. El formato de cine más pequeño del mundo, que nació con vocación doméstica por su portabilidad y su economía, pero que se ha convertido en una herramienta excepcional para la experimentación. La creatividad, las ganas de explorar las posibilidades del cine y el espíritu punk hazlo tú misma (la base fundacional del cine experimental) impulsaron a una serie de cineastas para convertirlo en su bandera.
A través de este video ensayo, en el que convocamos a algunos de los cineastas que nos han visitado en estos años, hablaremos de las posibilidades únicas del Super 8 dentro del cine.
Su accesibilidad permitió el nacimiento de una explosiva escena cinematográfica: la argentina, que conoceremos a través del trabajo uno de sus más brillantes exponentes, Claudio Caldini, quien subvirtió los usos y posibilidades del formato al máximo.

Su ligereza permitió a cineastas como Saul Levine convertirlo en pluma estilográfica de un diario filmado, y también aprovechar sus supuestos fallos para tornarlos en potentes rasgos expresivos.
La versión japonesa del Super 8, el Single 8, permitió a artistas como Teruo Koike llevar un minucioso trabajo cuadro a cuadro incorporando también la fotografía fija al juego.
La alemana Helga Fanderl aprovecha la duración limitada de los cartuchos para concentrarse en motivos mínimos gracias a su espontaneidad, instinto y apego con la cámara: cada cartucho es una unidad con la que Fanderl construye programas para cada proyección.
Y finalmente, el brasileño Marcos Bertoni aprovechó la decadencia del formato y, cuando se convirtió en desecho, fundó su personal Dogma 2002 basado en el trabajo con el found footage y el aprovechamiento desprejuiciado.
Este breve manual de instrucciones dibuja así las cualidades intransferibles del cine experimental hecho en Super 8.
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(CC) Italiano & English subtitles

Un (possibile) giro del mondo in Super 8

Dietro il nome (S8) Mostra di Cinema Periferico si nasconde un omaggio e un impegno con il super 8. Un formato cinematografico a passo ridotto, le cui peculiarità hanno permesso il fiorire di un particolare gruppo di cineasti. Un’intera generazione creativa che si basa su qualità come la leggerezza della camera da presa, che consente una relazione intima tra il cineasta e il suo strumento; l’economia e la possibilità di indipendenza durante il lavoro; il modo in cui questa pellicola (“sottile come una linguina”, con le parole di J. Hoberman) cattura la luce nel suo granuloso tessuto fotochimico. Perfino i suoi limiti, ad esempio la difficoltà che comporta nel realizzare delle sovrimpressioni o i problemi causati dalle sue giunte, hanno rappresentato un’opportunità per nuove forme espressive.

Attraverso questo programma, con protagonisti quattro paladini del formato che negli ultimi dodici anni sono passati da (S8), vi invitiamo a un giro del mondo in super 8. Si parte dalla Germania con Helga Fanderl, e con una delle sue composizioni in super 8, un compendio di soggetti ritratti con una sensibilità pittorica e poetica, ma soprattutto cinematografica (che intende il cinema come la pulsazione stessa del corpo). Attraversiamo l’oceano in direzione Argentina, alla ricerca di Claudio Caldini, esponente di una delle generazioni più brillanti del cinema sperimentale latinoamericano, che ci avvicina all’ineffabile a partire da un’incredibile simbiosi tecnica e corporea con la cinepresa super 8. Proseguendo in direzione Nord, negli Stati Uniti troviamo Saul Levine, e un cinema in cui il politico e il personale si intrecciano con forza viscerale. E concludiamo il viaggio in Giappone, addentrandoci in un ecosistema particolare: quello costruito pazientemente, fotogramma per fotogramma, da Teruo Koike.
A (possible) world tour in Super 8

There is a tribute and a commitment to the super 8 behind the name (S8) Exposition of Marginal Cinema. This is a narrow-gauge cinematography, whose peculiarities have allowed flourishing a unique group of filmmakers. An entire creative generation that is based on qualities such as the lightness of the camera, which allows an intimate relationship between the filmmaker and his instrument, or the low-cost aspect and the consequent possibility of working independently. A generation devoted to the way this particular film captures light in its grainy photochemical fabric (“as thin as a linguine” in the words of J. Hoberman). Even its limitations, for example in realising superimpositions or when editing films, have been an opportunity to realise new forms of expression.

With this program, starring four champions that in the last twelve years have experienced (S8), we invite you to a world tour in super 8. Our tour starts from Germany with Helga Fanderl and with one of her compositions in super 8, a compendium of subjects portrayed with a pictorial and poetic sensibility and, above all, a cinematographic sensibility (which interprets cinema as the very pulsation of the body). We sail the ocean towards Argentina, in search of Claudio Caldini, who represents one of the brightest generations of the Latin American experimental cinema and who leads us closer to the ineffable, thanks to a technical and embodied symbiosis with the super8 camera. Continuing north, in the United States we find Saul Levine, with a cinema in which the political and the personal interlace themselves with visceral force. Our trip ends in Japan, where we enter in a peculiar ecosystem, built patiently, frame by frame, by Teruo Koike.
Una (posible) vuelta al mundo en Super 8

Detrás del nombre de (S8) Mostra de Cinema Periférico se esconde un homenaje y un compromiso con el super 8. Un formato de cine de paso estrecho cuyas peculiaridades han hecho florecer a una clase particular de cineastas. Toda una estirpe creativa que se apoya en cualidades como la ligereza de la cámara, que permite una relación íntima entre el cineasta y su instrumento, la economía y la independencia que otorga a la hora de trabajar, o la manera en que esta cinta (“fina como un linguini”, en palabras de J. Hoberman) recoge la luz en su granuloso tejido fotoquímico. Incluso sus limitaciones, como la dificultad a la hora de hacer sobreimpresiones o los problemas que generan sus empalmes, han servido como trampolín a nuevas formas expresivas.

A través de este programa, protagonizado por cuatro de los adalides del formato que han pasado estos últimos doce años por el (S8), invitamos a dar una vuelta al mundo en super 8. Partimos desde Alemania con Helga Fanderl, con una de sus composiciones en super 8, un compendio de motivos captados con sensibilidad pictórica y poética pero, sobre todo, cinematográfica (entendiendo el cine como si fuera el pulso mismo del cuerpo). Cruzamos el océano rumbo a Argentina en busca de Claudio Caldini, cabeza de una de las más brillantes generaciones del cine experimental latinoamericano, que nos acerca a lo inefable a partir de una increíble simbiosis técnica y corporal con la cámara de super 8. Rumbo al norte, en Estados Unidos nos encontramos con Saul Levine, en un cine donde lo político y lo personal se cruzan con visceral vehemencia. Y terminamos el recorrido en Japón, adentrándonos en un particular ecosistema: el construido por Teruo Koike pacientemente fotograma a fotograma.
Il programma dei film è stato online fino al 30 maggio. The film program was available for streaming until May 30th.
A CONSTELLATION OF 6 SUPER 8 FILMS (1991 – 2010)
Helga Fanderl, 11 min.

Da trent’anni Helga Fanderl compone una collezione di cartucce super 8 che oggi conta quasi mille pezzi. A ognuna corrisponde un soggetto, che Fanderl filma, realizzando il montaggio in camera sul momento. Seguendo le sue parole, “ogni pellicola custodisce e riflette le tracce della sua creazione, le sensazioni e le emozioni che ho provato mentre filmavo”. Ogni volta che presenta i suoi film, Helga Fanderl realizza una nuova composizione, unica per ogni proiezione, a partire da queste bobine. E la presentazione in sé – l’intima relazione con il proiettore, il suono e la luce che emanano da esso, lo spazio, la concentrazione e l’intimità della sala – rappresenta la terza gamba su cui si sostiene questa forma unica di vedere, trattare e sentire il cinema. Per questo oggi vedere i suoi film in formato digitale rappresenta un’occasione eccezionale, resa possibile dalla generosità della cineasta, che in questi tempi pandemici e in attesa di rincontrarci nelle sale, ha accettato di presentare il suo lavoro prescindendo da elementi essenziali del cinema, il fascio di luce e la comunità umana intorno ad esso.

La costellazione che ci accompagna qui comprende tre film a colori e tre in bianco e nero, nel seguente ordine:

1. Wörlitz
2. Blätter (Leaves/Foglie)
3. Rinnsteine (Streams/Ruscelli)
4. Gasometer I (Gasometro), 2010, 1’40”
5. Im Schnee (In the snow/ Nella neve)
6. Feuerturm (Fire tower/ Torre di fuoco)


Helga Fanderl has been collecting super 8 film cartridges for thirty years. Her collection contains almost a thousand pieces. Each cartridge corresponds to a subject, that Helga films and edits in-camera. According to her words, “each film preserves and mirrors the traces of its creation, the sensations and emotions I felt while filming”. Each time Helga shows her films, she realizes new compositions, starting from her reels. The presentation itself represents the third pillar of her unique approach to seeing, processing and feeling the cinema. This relies on an intimate relation with the projector, the sounds and the lights that the projector itself emanates, the space, with the intimacy and the concentration of the theatre. Seeing her films today in digital format represents an exceptional opportunity. While we wait to meet again in theatres, the generosity of the filmmaker allows us to enjoy her works during the pandemic, despite the absence of the essential elements of her cinema, such as the beam of light and the community of persons around it.

The constellation that will accompany us consists of three colour films and three black and white films:

1. Gasometer I (Gaso-meter)
2. Im Schnee (In the snow)
3. Feuerturm (Fire tower)
4. Wörlitz
5. Blätter (Leaves)
6. Rinnseine (Streams)


Helga Fanderl lleva treinta años construyendo una colección de cartuchos en super 8 que llega hoy casi a las mil referencias. Cada uno se corresponde con un motivo, que Fanderl filma, realizando el montaje en cámara al vuelo. En sus propias palabras, “cada película preserva y refleja las huellas de su creación, las sensaciones y las emociones que sentí en el momento de filmar”. Cada vez que presenta sus películas. Helga Fanderl manufactura una nueva composición, única para cada proyección, a partir de estas bobinas. Y la presentación en sí, la relación íntima con el proyector, su sonido, la luz que emana de él, el espacio y la concentración e intimidad de la sala, es la tercera pata que sustenta esta forma única de ver, tratar y sentir el cine. Es por ello que hoy nos encontramos ante una ocasión excepcional de ver sus películas en formato digital gracias a la generosidad de la cineasta, que en estos tiempos pandémicos y a la espera de nuestro reencuentro en las salas ha accedido a presentar su trabajo prescindiendo de la esencia del cine, el haz de luz de la proyección y la comunidad humana en torno a él.

La constelación que hoy nos acompaña comprende tres películas en color y tres en blanco y negro, en la siguiente composición:

1. Gasometer I (Gasómetro)
2. Im Schnee (En la nieve)
3. Feuerturm (Torre de fuego)
4. Wörlitz
5. Blätter (Hojas)
6. Rinnseine (Riachuelos)

UN ENANO EN EL JARDÍN
Claudio Caldini, 1981, 2 min.
A TRAVÉS DE LAS RUINAS
Claudio Caldini, 1982, 6 min.
S/T
Claudio Caldini, 2007, 3 min.

La sintesi di questi tre titoli ci offre un’esplorazione, non completa ma rilevante, dell’opera di Caldini, dalla sua prima fase (da metà degli anni `70 agli anni `80) fino al suo ritorno al super 8 negli anni 2000. Un enano en el jardín (Un nano in giardino) mostra brevemente la sua relazione con la danza, quella del corpo e quella della camera da presa, tramite un esperimento simile a quello fatto in Gamelán, in cui il cineasta sospende la camera a una corda e la fa roteare con risultati esplosivi. A través de la ruinas (Attraverso le rovine), un viaggio nel subconscio, utilizza, in un magistrale montaggio in camera, le sovrimpressioni rese possibili dalla versione giapponese del super 8, il single 8, misteriose scene all’interno di una casa accogliente in mezzo a un paesaggio innevato (con la colonna sonora dello stesso Caldini ai sintetizzatori). Chiude questa selezione S/T, un’opera del 2007, una ripresa granulosa e in bianco e nero di un cane e due uccelli intorno a una piscina che, anche grazie a una provvidenziale caduta della camera, diventa una potente evocazione delle origini del cinema.

The compendium of these three titles presents a relevant, although incomplete, exploration of Caldini’s work that spans from his first period (mid-70s-80s) until his return to the super 8 in the 2000s. Un enano en el jardín (A dwarf in the garden) briefly shows his relationship with the dance of both body and camera. He does so by means of an experimentation that is similar to Gamelán, in which the filmmaker suspends the camera to a rope and makes it spin around with explosive results. A través de la ruinas (Through the ruins) is a journey into the subconscious that uses the superimposition made possible by the single 8, the Japanese version of the super 8. Thanks to a masterful in-camera editing, the film shows mysterious scenes inside a cosy house in the middle of a wintry landscape (with the soundtrack by Caldini himself at the synthesizers). To conclude, S / T is a work of 2007 that consists of a grainy black and white shot of a dog and two birds around a swimming pool. Thanks to a providential fall of the camera, the film becomes a powerful evocation of the origins of cinema.

Este compendio de tres títulos nos ofrece un paseo, si no completo, al menos sustancioso en torno a la obra de Caldini, desde su primera fase (desde mediados de los setenta hasta los ochenta) hasta su regreso al super 8 en el siglo XXI. Un enano en el jardín muestra con brevedad su relación con la danza, la del cuerpo y la de la cámara, a través de un experimento similar al de Gamelán, en donde el cineasta suspende la cámara de una cuerda y la hace girar en marcha con explosivos resultados. A través de la ruinas, un viaje al subconsciente, emplea en un magistral montaje en cámara las sobreimpresiones posibles gracias a la versión japonesa del super 8, el single 8, de misteriosas escenas en una cálida casa en mitad de un paisaje nevado (con banda sonora del propio Caldini a los sintetizadores). Cierra la selección S/T, una pieza de 2007, el granuloso registro en blanco y negro de un perro y dos pájaros en torno a una alberca que, en parte gracias a un providencial fallo de la cámara, se convierte en poderosa evocación de los comienzos del cine.

UN ENANO EN EL JARDÍN
Claudio Caldini, 1981, 2 min.
A TRAVÉS DE LAS RUINAS
Claudio Caldini, 1982, 6 min.
S/T
Claudio Caldini, 2007, 3 min.
LOST NOTE
Saul Levine, 1968, 10 min.
LIGHT LICKS: PARDES: COUNTING FLOWERS ON THE WALL
Saul Levine, 2018, 12 min.

Due sfaccettature e due periodi del cinema di Saul Levine. Lost Note è una delle prime puntate della sua serie The notes, filmata in 8 mm (predecessore del super 8), una serie di film diaristici e personali, la cui forma si avvicina al registro letterario e alle note musicali (grazie al duplice significato della parola inglese note). Lost Note parla, in particolare, della perdita e della separazione, nello stile nervoso di Levine, che include sovrimpressioni e montaggi di giunte evidenti (elemento espressivo ricorrente in Levine, che sfrutta la presenza visiva invadente delle giunte incollate dell’8 mm).

Light Licks: Pardes: Counting Flowers on the Wall è una puntata recente della sua serie Light Licks (anche qui, un gioco di parole sulla similitudine fonetica tra “leaks”, perdite, e “licks”, leccate. Una serie di film iniziata nel 1999 in cui Levine spesso inonda di luce la camera da presa, una luce che straripa oltre lo sportello del vano caricatore verso i fotogrammi ancora non esposti. Filmando fotogramma per fotogramma, Levine realizza questi “film estatici e lampeggianti” ispirati dal Jazz e dalla mistica visionaria, il cinema come mezzo di improvvisazione. Questo capitolo della serie evoca di nuovo il mitico giardino perduto del paradiso, Pardes, in un film colmo di fiori, colori e luci carezzevoli.

Two aspects and two period of the cinema of Saul Levine. Lost Note is one of the first episodes of his series The Notes, filmed in 8mm (the predecessor of the super 8). The Notes is a series of diaries and personal films, and their form is close to both the literary register and the musical notes (thanks to the double meaning of the English word notes). Lost Note is about loss and separation, and it is filmed in Levine’s nervous style, which includes superimposition and clear splices (this is a recurring expressive element of Levine, which exploits the intrusive visual presence of 8mm cutting and gluing).

Light Licks: Pardes: Counting Flowers on the Wall is a recent chapter of his Light Licks series (again, a wordplay that alludes to the phonetic similarity between “leaks”, and “licks”). In this series, started in 1999, Levine often floods the camera with light, a light that spills over the cartridge compartment and reaches the unexposed frames. Filming frame by frame, Levine makes “ecstatic and flashing films” inspired by Jazz and by visionary mysticism, and that consider cinema a medium for improvisation. This chapter evokes again the mythical lost garden of paradise, Pardes, in a film full of flowers, colours and caressing lights.

Dos facetas y dos tiempos del cine de Saul Levine. Lost Note es una de las primeras entregas de su serie de “notas”, filmada en 8mm (el predecesor del super 8), películas diarísticas y personales cuya forma se acerca al registro literario y también a las notas musicales (gracias al doble significado de la palabra “notas”). Lost Note habla, precisamente, sobre la pérdida y la separación en el estilo nervioso de Levine, incorporando sobreimpresiones y montaje de visibles empalmes (un recurso expresivo frecuente en Levine, que aprovecha la presencia visual intrusiva de los empalmes hechos con cola en 8mm).

Light Licks: Pardes: Counting Flowers on the Wall es una reciente entrega de su serie Light Licks (de nuevo, juego de palabras por similitud fonética entre “leaks”, filtraciones, y “licks”, lametones). Una serie de películas empezada en 1999 en las que Levine a menudo inunda la cámara de luz, una luz que se desborda más allá de la ventanilla hacia los fotogramas aún sin exponer. Filmando fotograma a fotograma, Levine hace así estas “películas extáticas y parpadeantes” inspiradas por el jazz y la mística visionaria, el cine como medio para la improvisación. Esta entrega evoca de nuevo al mítico jardín del paraíso persa, Pardes, en una película repleta de flores, colores y luces acariciantes.
LOST NOTE
Saul Levine, 1968, 10 min.
LIGHT LICKS: PARDES: COUNTING FLOWERS ON THE WALL
Saul Levine, 2018, 12 min.
ECOSYSTEM 5 ~ A TREMULOUS STONE
Teruo Koike, 1988, 16 min.

Con la devozione e l’attenzione di un naturalista – botanico, geologo ed entomologo insieme – Teruo Koike si dedica da 30 anni alla meticolosa costruzione di un pianeta realizzato secondo i suoi parametri. Compito che potrebbe essere considerato anche come un inventario vegetale, animale e minerale, che Koike fotografa e poi filma fotogramma per fotogramma in single 8. Dispone ormai di oltre venti ecosistemi, film che racchiudono in sé la meraviglia e la crudeltà del perfetto funzionamento di ognuno di questi insiemi di organismi nei loro diversi ambienti fisici, macchine ben oliate della natura. In questo quinto ecosistema, ci svegliamo su una spiaggia rocciosa. Vicino alla spiaggia, un fitto bosco. Gli insetti marittimi e terrestri vanno a braccetto, in un’epica collisione di paesaggi (che, durante la proiezione fisica, Koike sonorizza dal vivo con il suo flauto fatto a mano).

Teruo Koike has been dedicating himself for 30 years to the meticulous construction of a planet built according to his parameters. He has done this with the devotion and the focus of a naturalist, and with being at the same time a botanist, a geologist and an entomologist. His work could be considered as a plant -, animal – and mineral inventory which Koike photographs and films frame by frame in super 8. He has already collected more than twenty ecosystems. These films hold the wonder and cruelty of the perfect functioning of each set of organisms, well-oiled machines of nature in their different physical environments. In this fifth ecosystem, we wake up on a rocky shore. Near the beach there is a dense forest. Marine and terrestrial insects go hand in hand, in an epic collision of landscapes (to which Koike adds sound with his handmade flute during the physical projection).

Con la dedicación y cuidado de un naturalista –botánico, geólogo y entomólogo a la vez–
Teruo Koike se ha entregado desde hace tres décadas al meticuloso armado de un planeta
confeccionado de acuerdo a sus propios parámetros. Tarea que podría verse también como un inventario vegetal, animal y mineral que Koike fotografía y luego filma fotograma a fotograma en single 8. Ya son más de veinte los “ecosistemas” que cuenta en su haber, películas que encierran en sí mismas la maravilla y la crueldad del perfecto funcionamiento de cada uno de esos conjuntos de organismos en sus diferentes medios físicos, máquinas bien engrasadas de la naturaleza. En este quinto ecosistema, despertamos en una playa rocosa. Junto a la playa, un apretado bosque. Los insectos marítimos y terrestres se dan la mano, en una apoteósica colisión de paisajes (que, durante la “proyección física”, Koike sonoriza en directo con su flauta hecha a mano).

(S8) Mostra de Cinema Periférico è un evento dedicato al cinema d’avanguardia e ai formati ridotti, unico in Spagna, in cui cineasti, giornalisti, addetti ai lavori, studenti e un pubblico di appassionati proveniente da tutto il mondo si riuniscono intorno a figure di spicco del panorama cinematografico contemporaneo.

(S8) Mostra de Cinema Periférico is a unique event in Spain focused in avant-garde cinema and small gauge film formats, where filmmakers, journalists, film professionals, students and a passionate audience from all over the world meet around leading figures of cinema and contemporary filmmakers.

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